Home » Sindrome da stanchezza cronica: come riconoscerla e affrontarla

Un recente studio pubblicato su National Institute for Health ha dimostrato che la sindrome da stanchezza cronica, tanto rinomata nell’ultimo periodo, è una malattia infiammatoria. I ricercatori sono stati in grado di confermare una differenza nei livelli di 17 diverse proteine del sistema immunitario (13 delle quali erano pro-infiammatorie) tra le persone con sindrome da stanchezza cronica e soggetti sani; le concentrazioni di queste proteine nel sangue correlavano con la gravità della malattia. Questi risultati forniscono una solida base per un test diagnostico di una condizione ancora poco conosciuta ma di grande impatto per la civiltà odierna.

Se sei curioso/a di capire cos’è e come si può trattare la sindrome da stanchezza cronica, questo articolo fa per te!

La sindrome da stanchezza cronica è una condizione multifattoriale di difficile diagnosi con una varietà di segni e sintomi. Per esempio, oltre a una stanchezza impattante sullo stile di vita, si può osservare una disfunzione del sistema immunitario, una compromissione della funzione intestinale, epatica e endocrina.

Conosciuta anche come ME (encefalomielite mialgica), questa sindrome è una condizione debilitante che colpisce l’intero stile di vita quotidiano di chi ne soffre e, se non trattata, può sfociare in varie malattie e disabilità ben più gravi.

Sintomi della Sindrome da stanchezza cronica

I sintomi della sindrome da stanchezza cronica sono molto variegati e possono differenziarsi da individuo a individuo, ma quello che accomuna tutti è l’estrema stanchezza giornaliera che si protrae per almeno 4 mesi. Altri sintomi includono:

  • Problemi di sonno;
  • Dolori muscolari e articolari;
  • Mal di testa;
  • Vertigini;
  • Singhiozzo;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Mal di gola e ingrossamento dei linfonodi;
  • Problemi gastrointestinali con malessere generale;
  • Battiti cardiaci veloci o irregolari (palpitazioni cardiache).

Come si può notare dai sintomi, la diagnosi può risultare molto difficoltosa, in particolare nelle prime fasi dove si arriva a diagnosticare tale condizione solo dopo aver eliminato ogni dato fuorviante. Pochi ne tengono conto ma anche la tipologia e l’intensità dei sintomi dovrebbero essere valutati in modo appropriato. Per esempio, la fatica è molto diversa dalla stanchezza provata dopo una dura giornata di lavoro. Le difficoltà che si riscontano in caso di stanchezza mentale possono essere simili ai sintomi che molti di noi sperimentano, come scarsa concentrazione e ridotta capacità di attenzione. Tuttavia, nella ME, vengono spesso riportati ulteriori sintomi di scarsa memoria a breve termine e recente, difficoltà nell’organizzare i pensieri e di disorientamento.

Le linee guida del NICE (National Institute for Health and Care Excellence) consigliano di arrivare a una diagnosi solo dopo aver escluse altre possibili cause e dopo che i sintomi siano perdurati per almeno quattro mesi negli adulti e per tre mesi nei bambini.

Le cause della Sindrome da stanchezza cronica

La causa e la progressione della ME sono ancora poco conosciute, con un impatto negativo sia sulla diagnosi sia sul trattamento di tale condizione. Pensate che, ad oggi, sono state proposte varie teorie sulla/e causa/e, fino a collegare l’infezione virale con il virus Epstein-Barr (responsabile della febbre ghiandolare). Tuttavia, a causa della lenta insorgenza/progressione di questa condizione, è molto difficile accertare una causa diretta.

Si pensa che come fattore di base ci sia un eccesso di stress cronico che porta ad infiammazione protratta, esaurimento, fino alla depressione. I sintomi di queste condizioni possono essere debilitanti e avere un impatto aggiuntivo sulla funzione immunitaria, indebolendo così potenzialmente la capacità del nostro organismo di combattere malattie e infezioni. Questo, potrebbe ricollegarsi al nesso di causalità, come nel caso di un’infezione virale.

Addirittura, alcuni ricercatori suggeriscono che ci sia un forte legame di origine nella prima infanzia, citando l’esposizione prenatale e postnatale precoce, a una varietà di fattori, inclusi contaminanti ambientali, farmaci, agenti infettivi e fattori di stress psicofisico. Sempre secondo la ricerca, le ripercussioni sul sistema immunitario portano a una condizione latente che in età avanzata può produrre risposte immunitarie impreviste. Inoltre, di particolare interesse, sono sotto accusa anche i metalli pesanti, pesticidi, idrocarburi aromatici alogenati, alcol, fumo di tabacco ambientale, composti estrogenici e corticosteroidi.

Sindrome da stanchezza cronica: infiammazione e intestino

Ormai si sa che alla radice della maggior parte delle patologie c’è la rinomata infiammazione, collegata anche a problemi intestinali. Con il termine “intestino permeabile” ci si riferisce all’aumento della permeabilità dell’intestino tenue che consente l’introduzione nel flusso sanguigno di tossine pro-infiammatorie (e non solo) provocando una risposta immunitaria, quindi un’infiammazione. Definito anche leaky gut o intestino che perde, questo stato morboso è correlato a molti fattori tra cui allergie, sensibilità alimentari, scelte dietetiche sbagliate, continui stressor e alcuni farmaci. I sintomi che possono presentarsi sono tanti e, oltre ai disturbi gastrointestinali, possono includere affaticamento, dolori articolari e muscolari, disturbi del sonno, annebbiamento cerebrale, ansia e mal di testa, ecc…; sintomi spesso associati alla ME.

Ad oggi, si consiglia di valutare attentamente sia la sintomatologia di base si la salute intestinale. Infine, anche la funzione surrenale, l’equilibrio della glicemia, lo stato del ferro, la funzionalità epatica e quella tiroidea dovrebbero essere controllare.

Sindrome da stanchezza cronica: trattamento e cura

Non esiste ancora un gold standard per trattare questa sindrome. Di solito, di prima prassi, a causa del basso umore, vengono prescritti antidepressivi (SSRI) che migliorano solo momentaneamente la sintomatologia. Inoltre, sono molti i farmaci che possono essere utilizzati per alleviare i sintomi individuali come il dolore, l’insonnia e i problemi intestinali ma solo nell’acuto.

Con un occhio critico, ritengo che prima di imbottire un paziente di farmaci bisognerebbe valutare lo stile di vita nel complesso, stilare una minuziosa anamnesi, non soffermandosi solo ai sintomi. Alimentazione, esercizio fisico e integrazione nutraceutica possono essere delle armi naturali a nostro vantaggio, soprattutto in questa condizione dove i fattori ambientali giocano un ruolo chiave.

Interventi nutrizionali e nutraceutici

In primis, dovrebbe essere valutata una revisione della dieta, soprattutto per garantire un apporto appropriato di macro e micronutrienti, rimozione di allergeni, eventuali sensibilità/intolleranze e fornire indicazioni per un’alimentazione sana ed equilibrata che preveda l’utilizzo di prodotti integri e non raffinati. Per esempio, anche se ognuno di noi ha la sua dieta antinfiammatoria, si potrebbe valutare di eliminare o ridurre al minimo gli alimenti che possono contribuire all’infiammazione sistemica e soprattutto che possono causare una permeabilità intestinale. Glutine, latticini, zucchero bianco e alimenti trasformati sono i primi imputati.

La salute dell’apparato gastrointestinale, con una corretta alimentazione e gestione dello stress, dovrebbe essere il primo caposaldo da esplorare a fondo, spesso però dimenticato da molti colleghi. La motilità, l’equilibrio del microbiota e la permeabilità dell’intestino sono importanti fattori da esaminare così come il potenziale di infezioni fungine e parassitarie. Inoltre, attenzione ad alcuni farmaci, soprattutto se presi con troppa leggerezza, come l’ibuprofene e altri FANS in quanto possono danneggiare la mucosa dell’intestino.

Ricordiamo che circa il 70% del sistema immunitario si trova nell’intestino: è fondamentale prendersene cura, soprattutto per garantire una buona funzione immunitaria.

Integrazione: un aiuto contro la Sindrome da stanchezza cronica

Parlando di integrazione nutraceutica e fitoterapica, sono molti i principi attivi che possono aiutare a migliorare la condizione di stanchezza cronica.

Tra i più conosciuti abbiamo le vitamine del gruppo B e le vitamine A, C, E, D che sono importanti per la salute dell’intestino, per la buona funzionalità del SNC e per la funzione immunitaria. Un ulteriore supporto può essere fornito con preparazioni a base di nutraceutici e fitoterapici tra cui cardo mariano, curcuma, Q10, Omega 3, aglio, zenzero, echinacea, goldenseal, ginseng, liquirizia e magnesio per citane alcuni, usati soprattutto come booster immunitari e anti age.

Entrando nel dettaglio, la ricerca ha confermato di aver trovato livelli ridotti di Coenzima Q10 nei pazienti con ME e che i sintomi come l’affaticamento, possono essere causati soprattutto dalla deplezione di CoQ10. Questi risultati non sorprendono se consideriamo l’importanza del CoQ10 per la funzionalità mitocondriale (spiegata in questo articolo) delle nostre cellule e la sua importanza per il metabolismo e la produzione di energia.

Tn Pharma Phyto-Q10

Tn Pharma Phyto-Q10

Se è vero che il Coenzima Q10 è naturalmente prodotto dal nostro organismo, per nostra sfortuna, la sua secrezione tende a diminuire con il passare dell’età, addirittura già dai 20 anni. Questo, specialmente se non si segue una dieta equilibrata, si è sempre stressati, si soffre di problematiche intestinali o si utilizzano alcuni farmaci che ne ostacolano la sua produzione.

Per questo motivo un’integrazione di qualità con nel caso di Phyto Q10 di Tn Pharma può aiutare a supportare i processi che il coenzima Q10 regola nell’organismo e migliorare la sintomatologia della ME.

 

Tn Pharma Micro-Mag

micro-mag
Tn Pharma Micro-Mag

Un altro micronutriente da non dimenticare è il magnesio che partecipa ad almeno 300 reazioni biochimiche del nostro organismo. Molti dei sintomi esposti dalla ME sono simili a quelli dovuti a una carenza di magnesio. Bassi livelli di questo minerale sono stati riscontrati in molti pazienti con affaticamento cronico. L’integrazione tramite iniezione endovenosa o per via orale con formulazioni innovative come quella contenuta nel nostro Micro-Mag di Tn Pharma, ha dimostrato buoni risultati in numerosi studi.

Anche gli Acidi grassi essenziali (EFA) sono chiamati in causa. Bassi livelli di grassi essenziali sono un riscontro comune nella sindrome da stanchezza cronica, suggerendo che ciò sia dovuto ad anomalie nel metabolismo che potrebbero essere genetiche o dovute a fattori ambientali, come alcuni virus che possono ridurre la capacità delle cellule di produrre 6-saturi EFA. Bassi livelli di EFA sono quindi collegati alla disfunzione immunitaria e all’infiammazione. Mi raccomando, scegliete prodotti di qualità, certificati e controllati che vi apportino almeno un 70% di EPA e DHA come omega 3.

Sul mercato, ci sono diversi prodotti venduti come Omega ma non tutti sono uguali.

Tsunami Nutrition Omega Pure Professional IFOS

Omega Pure Professional IFOS

Se posso darvi delle linee guida, come gold standard cercate la certificazione IFOS, da cui prende il nome l’OMEGA Pure Professional IFOS di Tsunami Nutrition. Questa certificazione è molto importante, perché viene rilasciata all’azienda solamente dopo aver controllato ed effettuato i vari test di analisi sui lotti.

IFOS sta per International Fish Oil Standards ed è gestito da un laboratorio canadese indipendente presso l’Università di Guelph, che analizza e certifica gli integratori di omega-3 nello stato in cui arrivano al consumatore. La sua certificazione è una garanzia in più per il consumatore perché gli permette di verificare in modo oggettivo:

  • la concentrazione effettiva in EPA e DHA, a confronto con quanto dichiarato in etichetta l’assenza di inquinanti e metalli pesanti come mercurio, piombo, PCB e diossine;
  • la freschezza del prodotto, cioè si certifica che l’olio di pesce non sia rancido.

Infine, oltre ai classici principi attivi appena nominati, una novità che vi voglio esporre per combattere tale sindrome la si può ritrovare nella mia amata micoterapia, quella branca della fitoterapia che prevede l’utilizzo dei funghi medicinali antichi per curare vari stati morbosi che affliggono l’umanità, come la stanchezza cronica.

Nella medicina tradizionale cinese (parte delle medicine alternative), dove trae origine la micoterapia, si ritiene che i funghi siano capaci di ristabilire un equilibrio alterato e disarmonico. Se riflettiamo, in natura i funghi devono difendersi da parassiti e batteri molto simili e talvolta identici a quelli dell’uomo. I loro enzimi, e quindi le sostanze difensive e gli antibiotici naturali che producono, possono essere utilizzati a nostro vantaggio. Un esempio si trova nella Penicillina che si ottiene dall’estrazione della muffa Penicillium.

Nello specifico, i funghi antichi contengono molti aminoacidi essenziali, oligoelementi preziosi per l’organismo e composti bioattivi come alfa e beta glucani che supportano il sistema immunitario, la salute gastrointestinale, il SNC e la longevità. In particolare, i beta glucani agiscono su diversi processi biologici del sistema immunitario perché stimolano positivamente le cellule ed i processi funzionali che lo compongono, in particolare: macrofagi, neutrofili, monociti, cellule natural killer e cellule dendritiche. Ricordate che ho iniziato questo articolo parlando di Sindrome da stanchezza e infiammazione? Bene, di conseguenza, sia le risposte innate sia quelle adattative possono essere modulate dai composti presenti nei funghi, migliorando il quadro generale soprattutto in caso di sindrome da stanchezza cronica.

Tsunami Nutrition Power Take Pure Professional

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Tsunami Nutrition Power Take Pure Professional

Per questo motivo abbiamo fatto nascere Power Take Pure Professional un integratore innovativo che prevede un blend di funghi millenari quali Shitake, Maitake, Hericium Cordyceps e Reishi che supportano le naturali difese dell’organismo, contribuiscono alla normale funzione del sistema immunitario e svolgono un’azione tonica e adattogena per un coretto sostegno psico fisico anche in caso di forti stressor.

Power Take Pure Professional si presenta come un prodotto di alto livello, all in one, per soggetti che hanno uno stile di vita stressante, per l’atleta e lo sportivo, ma anche per gli studenti o per i manager che risentono particolarmente del deficit di concentrazione o dello stress nei periodi che richiedono particolare impegno. Nella sua formulazione ritroviamo anche il coenzima Q10, la vitamina D, l’acido pantotenico e l’innovativo brevetto Careflow®, un prezioso alleato nel controllo dell’eccesso dei radicali liberi, primi responsabili dello stress ossidativo, la stanchezza cronica e del conseguente invecchiamento cellulare precoce.

Questo insieme di elementi fa sì che Power Take Pure Professional sfrutti al massimo le proprietà immunostimolanti dei funghi per contribuire a migliorare una volta per tutte la sintomatologia persistente della sindrome da fatica cronica.

In conclusione, la sindrome da stanchezza cronica è uno stato morboso che altera significativamente lo stile di vita di chi ne è affetto. Tralasciando il classico approccio farmacologico e l’approccio a un corretto stile di vita, ad oggi si è visto che un’alimentazione antinfiammatoria e una terapia integrativa antiossidante e micoterapica possono migliorare alcuni sintomi di tale condizione, riducendo lo stress ossidativo, migliorando la funzionalità del sistema immunitario e del sistema nervoso ma soprattutto ristabilendo l’equilibrio intestinale, effetto molto importante dal momento che molte malattie che affliggono la popolazione mondiale proliferano anche grazie agli squilibri dell’intestino.

 

 

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Dott. Matteo Massimo Primo

Biologo nutrizionista, il Dottor Matteo Massimo Primo vanta un buon bagaglio di conoscenze, specializzato in Nutrizione clinica, terapeutica, sportiva e con forti conoscenze nell'ambito della supplentazione nutraceutica.