Home » Nutrizione e Microbiota Intestinale: un equilibrio delicato
Il microbiota intestinale è l’insieme delle comunità microbiche (batteri, virus e miceti) che vivono e colonizzano tutto l’apparato digerente. Sono in perfetto ma delicatissimo equilibrio e basta davvero poco per romperlo. Un’alterazione quantitativa e qualitativa delle colonie batteriche determina uno stato di disbiosi, con maggiore predisposizione ad una serie di disturbi, come le patologie infiammatorie intestinali (IBD). Vediamo insieme al Dott. Alessandro Sacconi come mantenere questo delicato equilibrio.

Lo sapevi che l’intestino viene considerato come il secondo cervello umano?! Ad oggi è ampiamente nota la possibilità che il nostro sistema nervoso centrale possa influenzare in maniera complessa l’attività dell’intestino. Viceversa, è meno conosciuta la via di comunicazione opposta, che dall’intestino risale fino al cervello, ed è su questo intricato asse che occorre concentrarsi.

L’asse intestino-cervello sostiene una comunicazione bidirezionale: non solo tutto ciò che si manifesta a livello del sistema nervoso centrale (per es. stress, sintomi ansiosi e vissuti depressivi) può avere conseguenze sul normale funzionamento dell’intestino, ma anche lo stesso equilibrio del SNC (Sistema Nervoso Centrale) può essere influenzato dalla funzionalità dell’intestino, sana o patologica che sia.

La  barriera intestinale può essere descritta in vari modi. Indubbiamente si tratta di un’ampia interfaccia con l’ambiente esterno, coinvolta in complesse interazioni con il microbiota. Per tale motivo può infatti essere considerata, a pieno titolo, un secondo cervello. Essendo crocevia dell’elaborazione dell’integrazione di diverse informazioni neurali, questo secondo cervello  prende il nome di “sistema nervoso enterico” e quello del microbiota è uno degli ambiti scientifici in cui si concentra la ricerca.

Grazie ai batteri presenti nel tubo digerente, infatti, si attivano e vengono regolati  alcuni processi fondamentali, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Ad esempio, quando ingeriamo un cibo si mettono in moto enzimi che consentono di trasformare molte di quelle sostanze presenti in esso.

Tra questi enzimi vi sono lipasi e proteinasi e la loro attività viene in qualche modo “mediata” dai batteri. Questo è solo uno degli esempi che mostra come le cellule batteriche rappresentino nel nostro corpo umano veri e proprio laboratori: esse, ovviamente, lavorano in primo luogo per se stesse e per le loro possibilità di replicazione, ma nel fare ciò liberano all’esterno enzimi che agiscono non solo sulle sostanze in transito (quelle che provengono dagli animali digeriti dallo stomaco) ma anche sulle cellule stesse della mucosa dell’apparato digerente.

Volete un esempio?

Grazie ai batteri si produce la vitamina B12, estremamente utile soprattutto per i vegetariani, che non assumono carne e quindi non se ne riforniscono dall’esterno.

 

Cos’è il microbiota?

Il termine microbiota deriva dall’unione di due parole di origine greca micro, ovvero molto piccolo, e biota che in ecologia indicano l’insieme di organismi che popolano un determinato luogo. Il termine microrganismo è generico e raggruppa organismi accomunati da un’unica grande caratteristica: la dimensione.

Il microbiota intestinale è l’insieme delle comunità microbiche ossia: batteri, virus e miceti che vivono e colonizzano tutto l’apparato digerente; dalla bocca fino all’orifizio anale. Il microbiota viene oggi considerato come un vero e proprio organo, con  peso compreso tra gli 800 g -1000 g con  oltre diecimilioni di geni. Per questo, è importante  mantenere ai fini del corretto funzionamento intestinale, ma anche del sistema immunitario è l’equilibrio tra queste specie microbiche definito come eubiosi.

Infatti un’alterazione quantitativa e qualitativa delle colonie batteriche determina uno stato di disbiosi con maggiore predisposizione ad una serie di patologie tra cui le patologie infiammatorie intestinali (IBD).

 

Cosa comporta la disbiosi a carico dell’intestino?

Lo stato di disbiosi determina una maggiore permeabilità intestinale denominata: LEAKY GUT, una situazione che è alla base di molte patologie, ad esempio: la celiachia e patologie autoimmuni (artrite). 

I fattori che influenzano l’equilibrio intestinale sono: la dieta, lo stile di vita, l’età, l’origine, l’eccessiva igienizzazione, il parto, l’allattamento, l’utilizzo dei farmaci.

Nell’ambito della nutrizione ciò che a noi interessa comprendere è come l’alimentazione può influenzare il nostro microbiota. Una dieta iperproteica può favorire la crescita dei batteri proteolitici come: i Phila dei Bacteroides, in quanto le proteine sono ricche di biotina, una vitamina di cui questi batteri si nutrono favorendone la proliferazione. Mentre, una dieta ricca di carboidrati, saccarolitica, predilige la crescita dei bifido batteri i quali si nutrono di tiamina e folati preseti nelle fibre dei carboidrati.

 

Come diagnostica la disbiosi intestinale?

Per poter diagnosticare uno stato di disbiosi abbiamo a disposizione due tipologie di test: il primo che può essere effettuato su un campione di urine del paziente, e si basa sulla ricerca di due marker, due metaboliti del triptofano, ovvero indolo e scatolo. Tali metaboliti danno la possibilità di individuare sia il tipo che il grado di disbiosi. Un altro test a disposizione è lo stool flora scan, test eseguito sulle feci del paziente. Questo ci permette di valutare sia la disbiosi intestinale  che eventuali alterazioni della mucosa stessa.

Tipi di disbiosi intestinali:

  • Disbiosi Deficitaria: deficit della flora batterica,indotta ad esempio  dall’utilizzo dei farmaci, come antibiotici;
  • Disbiosi Putrefattiva: è data dall’aumento del numero dei batteri che sono in grado di attuare la putrefazione, dovuta da una dieta ricca di grassi e proteine e basso contenuto di fibre.
  • Disbiosi Fermentativa:  indotta da una dita ricca di zuccheri e carboidrati , oppure associata a problemi di male assorbimento come nel caso dell’ intolleranza al lattosio o celiachia.

Più particolare è il test genetico del microbiota intestinale che permette innanzitutto di distinguere 5 principali famiglie di batteri : Batterioidi, Firmicuti, Prevotella, Ruminococchi, Protobatteri.

Fondamentali sono i rapporti tra le varie popolazioni, ad esempio un rapporto Firmicuti/batterioidi alterati a favore dei primi, favorisce nel tempo problematiche ponderali (es: l’obesità).

 

Rimedi contro la disbiosi

Abbiamo accennato come la nutrizione possa influenzare l’equilibrio intestinale, ma un altro strumento che in determinate condizioni  può aiutarci a modulare l’equilibrio del microbiota è l’uso dei probiotici e prebiotici. I  probiotici sono organismi vivi che ingeriti in adeguate quantità attraverso alimenti o sottoforma di integratori  possono avere un’azione benefica sull’intestino. Ecco perché consiglio l’assunzione di 2 integratori estremamente efficaci:

Lacto-Fort è un integratore alimentare creato dal Team Ricerca & Sviluppo TN Pharma per migliorare la funzionalità del microbiota e sostenerlo contro le infezioni intestinali, l’uso di antibiotici, la disbiosi o altri disturbi frequenti dell’apparato gastro-intestinale.

Queste azioni sono rese possibili da 3 probiotici che compongono il blend di Lacto-Fort TN Pharma:

  • Saccharomyces boulardii (10 miliardi U.F.C.)
  • Lactobacillus Acidophilus (4 miliardi U.F.C.)
  • Lactobacillus Rhamnosus (2 miliardi U.F.C.)

A questi è stata aggiunta Inulina, il prebiotico più noto (fonte di FOS Frutto Oligo Saccaridi), che rappresenta una fonte di nutrimento selettiva per i prebiotici, favorendone lo sviluppo. Molto indicata in casi di stipsi e riequilibrio della flora.

PROBIOTIC PLUS è un integratore vegan ok della Linea NATURAL HEALTH a base di fermenti lattici vivi di ben quindici ceppi differenti per migliorare la digestione e la flora intestinale coinvolta nel sistema immunitario.

Invece, i prebiotici sono sostanze di origine alimentare non digeribili appartenenti alla classe degli zuccheri o delle fibre alimentari solubili che sono in grado di favorire la crescita selettiva o l’attività di uno più microrganismi tra quelli già presti nella  flora batterica intestinale.

Infine l’utilizzo degli antibiotici seppur visti come nemico della nostra flora batterica, molti studi hanno evidenziato tra essi alcuni capaci del mantenimento o miglioramento o dell’eubiosi intestinale. Tali antibiotici vengono definiti eubiotici in quanto hanno la capacità di favore la crescita di alcuni batteri “buoni”,come i lattobacilli (es.rifaximin,vacomicina..).

Dott. Alessandro Sacconi

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Dott. Alessandro Sacconi

Con profonde conoscenze nel campo della nutrizione alimentare, il Dott. Alessandro Sacconi segue numerosi pazienti trattando diverse patologie e disturbi alimentari.